Anche dalla Casa Bianca arriva l’ordine esecutivo di Joe Biden di (dover) regolamentare l’intelligenza artificiale (AI). Monito che esprime il chiaro intento di (voler) mettere gli Stati Uniti al comando sia nel campo delle opportunità offerte da questa “nuova” ed emergente tecnologia, che nella gestione dei relativi rischi, compiendo un passo importante per l’evoluzione della politica statunitense in materia di AI.
Si tratta di un testo, firmato dal Presidente degli Stati Uniti d’America lo scorso 30 ottobre, sullo Sviluppo e l’Uso Sicuro, Protetto e Affidabile dell’Intelligenza Artificiale; e non è un caso che l’ordine avvenga proprio nel periodo in cui stiamo assistendo ad un’accelerazione sostenuta degli sviluppi dell’AI. Tutti parlano di AI, e in particolare della “AI generativa” quei sistemi cioè utilizzati per creare nuovi contenuti (testo, immagini, musica, audio, video, opere, ecc.).
Di qui nasce la necessità di stabilire, a livello mondiale, precipue garanzie per l’intelligenza artificiale nella sua più ampia portata.
Nel merito dell’ordine esecutivo, gli obiettivi sono chiari, esaustivi e ben strutturati e cioè: i) stabilire nuovi standard di sicurezza e affidabilità per l’AI; ii) proteggere la privacy dei cittadini americani; iii) promuovere l’equità e i diritti civili; iv) tutelare i consumatori e i lavoratori; v) promuovere l’innovazione e la concorrenza; vi) rafforzare la leadership americana nel panorama mondiale.
Non potendo scandagliarli uno ad uno, poniamo allora l’accento sullo scopo del documento che risiede nell’intento di equilibrare i rischi potenziali e la possibilità di innovare, sperimentare nonché adottare tecnologie trasformative e lo fa con più input e azioni già sulla carta, tra cui i principali sono: in primo luogo, indica le “agenzie” quali “titolari” delle successive e più specifiche fasi; poi delinea le varie opportunità per consultare e raccogliere i pareri degli stakeholder (portatori di interesse); e infine prevede una procedura rapida per le fasi successive purché i progetti vengano portati a termine entro 60 giorni ovvero non oltre i 240 giorni.
Ecco che quest’ordine esecutivo a ben guardare desta, tra gli esperti, alcune preoccupazioni specie in vista della potenziale alterazione del mercato nonché nella riduzione della concorrenza in quei settori legati all’AI.
Da qui l’esigenza di stabilire principi stringenti, regole ben definite e tali da regolamentare un’AI “giusta, aperta e competitiva”.
Non a caso, nella Sezione 2 vengono stabiliti alcuni principi e talune priorità circa le basi giuridiche di una politica della concorrenza a livello governativo. Nel merito, le agenzie federali dovrebbero “proteggere le condizioni di concorrenza leale in uno o più modi, tra cui: i) controllando le pratiche commerciali sleali, ingannevoli e abusive; ii) resistendo al consolidamento e promuovendo la concorrenza all’interno dei settori attraverso la supervisione indipendente di fusioni, acquisizioni e joint venture; iii) promulgando regole a tutela della concorrenza, compreso l’ingresso nel mercato di nuovi concorrenti nonché la trasparenza del mercato attraverso la divulgazione obbligatoria di informazioni” così abbiamo tradotto dal testo ufficiale.
Ancora, un focus sulla Sezione 5 che tratta delle “ulteriori responsabilità delle agenzie” chiedendo di “evitare il controllo concentrato degli input chiave e la collusione”. A tal proposito, la Federal Trade Commission – FCT viene esortata – dalla Casa Bianca attraverso questo documento – a “esercitare le sue competenze in un contesto in cui le autorità di regolamentazione antitrust degli Stati Uniti hanno già avvertito i potenziali rischi di monopolio legati alla dipendenza strutturale della tecnologia”. Non solo, ogni agenzia federale chiamata a essere parte attiva nello sviluppo di politiche e regolamenti sull’AI, dovrebbe/dovrà affrontare tanto “i rischi da controllo concentrato degli input chiave” – la cui portata sarebbe tutta da approfondire, ma non è questa la sede – quanto adottare misure al fine di prevenire la collusione illecita intorno agli “…elementi costitutivi essenziali dell’intelligenza artificiale generativa, come dati, talento e risorse computazionali”, agendo in anticipo e a tutela della concorrenza e del mercato. Sul punto, ciò che più incuriosisce è notare come il Consiglio dell’AI sia popolato da vari esponenti di alcune agenzie e dipartimenti federali, senza tuttavia inserire rappresentanti afferenti al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, alla Divisione Antitrust e alla FTC. É pur vero che il presidente del Consiglio potrà aggiungerli strada facendo, ma indubbiamente è fatto curioso.
Chiara PONTI, IT Legal e nuove tecnologie