Un quinto della popolazione italiana tra i 18 e 24 anni ha deciso negli ultimi dodici mesi di disattivare i propri account sui social network e di ridurre l’utilizzo dello smartphone. Nonostante sia aumentata la necessità di servirsi di dispositivi elettronici per non perdere i contatti durante il lockdown, un sondaggio della Digital Society Index sottolinea come la Generazione Z, tramite questa protesta silenziosa, dimostri le proprie preoccupazioni rispetto alle dubbie politiche applicate dall’industria digitale.
Nonostante sia ampiamente diffusa la consapevolezza che nuovi approcci hitech siano generatori di innumerevoli opportunità lavorative nella prossima decade e permanga una certa fiducia da parte dei giovani rispetto ai vantaggi che porterà la tecnologia nel prossimo futuro, sono in molti a ritenere che questa abbia un impatto negativo non solo sulla salute psicofisica degli utenti, ma anche sul dibattito politico. Inoltre, è sempre più diffusa, anche tra i giovani, la richiesta di azioni che aumentino la sicurezza e la trasparenza in materia di utilizzo dei dati personali effettuato dalle Big Tech. Con queste premesse inizia una campagna di boicottaggio di piattaforme come Facebook e Instagram, tramite cui si rischia di autorizzare la diffusione di informazioni che vanno ben oltre le foto condivise sui propri profili. Così diventa un’abitudine degli adolescenti di oggi il controllo della funzione «benessere digitale», che permette di verificare il tempo speso usando lo smartphone durante la settimana.
Se nei prossimi anni vorrà mantenere la propria posizione nel mercato internazionale, Zuckerberg dovrà dimostrare che i suoi prodotti hanno davvero un impatto positivo sulla vita degli utenti. La nuova generazione è realista e pragmatica e sembra proprio che i nativi digitali stiano riprendendo il controllo sui sistemi da cui siamo stati inglobati, partendo proprio da ciò che ha ridefinito gli scambi tra i giovani negli ultimi dieci anni: i social network.
Jasmine MILONE
A giudicare da quello che vedo in giro la notizia espressa in termini generali mi sembra poco credibile. In realtà ho l’impressione che i giovani lascino i social tradizionali tipo facebook e Instagram per passare ad altri social quali Pinterest, Tik Tok o Blue whale e a giudicare dai contenuti non mi sembra un’evoluzione molto positiva. I siti attualmente privilegiati dai giovani mi sembrano più insulsi e/o più pericolosi dei precedenti, ma io sono vecchio e forse mi sbaglio.