L’epoca attuale sarà ricordata come quella in cui tutto è diventato rapido, volatile, effimero. Eppure ci capita spesso di pensare che sul web ogni cosa resti per sempre, che in qualche modo si ritrovi una traccia di ciò che è stato pubblicato. Invece, le pagine presenti online sono di difficile conservazione e spesso non ci è possibile ricaricare un Url visitato recentemente. Da qualche tempo però, è possibile trovare gran parte della nostra memoria storica proprio in rete, tanto che oggi è diventata la fonte più utilizzata per la ricerca di informazioni. Per questa ragione è ormai imprescindibile l’integrazione dell’universo digitale nelle raccolte di chi conserva il nostro patrimonio culturale.
Così nasce l’idea dei Magazzini Digitali, uno spazio di archiviazione online a livello nazionale che permette la conservazione a lungo termine di documenti digitali di interesse culturale. Servendosi della piattaforma Archive-it, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, hanno dato vita ad un deposito in cui è possibile consultare una serie di risorse digitali: documenti digitalizzati delle biblioteche nazionali, tesi di dottorato, pubblicazioni native digitali e molto altro.
Questa operazione ha permesso la nascita di una piattaforma che riunisce tutti quei siti e quei documenti disponibili online di cui si vuole tenere traccia nel tempo, evitando la loro dispersione nell’immensità della Rete. Grazie a questa intuizione, i documenti di interesse non solo si trovano in un archivio sicuro, ma possono anche essere consultati in modo semplice e gratuito, ovunque nel mondo. In questo modo è davvero possibile che la nostra storia perduri nel tempo, che sopravviva allo scorrere degli anni e che possa essere tramandata di generazione in generazione.
Questa fusione tra storico e contemporaneo evidenzia come le nuove tecnologie non siano solo di supporto all’innovazione e al cambiamento, ma anche al nostro passato, permettendoci di custodire ciò che è stato e di osservarlo con lo sguardo rinnovato dell’oggi.
Jasmine MILONE