Cittadinanza digitale che fatica! Per chi non è della generazione dei social e degli smartphone – le cosidette generazioni «Z» e «K» e così via – il Green Pass, lo Spid e le bollette da pagare online, giusto per fare degli esempi, possono rappresentare un ostacolo insormontabile. E gli ultimi del digital divide, gli invisibili, troppo spesso sono gli anziani. Lo sa bene don Luca Peyron, parroco a Madonna di Pompei, fondatore e coordinatore dell’Apostolato Digitale, che nei locali della chiesa ha allestito un vero e proprio sistema di welfare per anziani: dalla distribuzione delle borse della spesa ai corsi per navigare in rete.
Si parte dalle «fragilità più evidenti, di chi non riesce ad arrivare a fine mese, di chi ha difficoltà deambulatorie e da solo non riesce ad andare a fare le visite». Così alcuni spazi sono diventati sede del Servizio Emergenza Anziani, costretto a traslocare da una RSA durante l’emergenza Covid. Una stanza è stata poi destinata alle Suore del Famulato Cristiano che formano le badanti e raccolgono le richieste di chi ha bisogno di aiuto in casa.
«Oltre alla fragilità fisica – dice don Luca Peyron – c’è la fragilità culturale». Per questo, una volta a settimana, degli studenti del Politecnico tengono un corso di informatica dolce. Lezioni sul mondo del web, sul wifi, su come gestire la cittadinanza digitale. E il rapporto tra alunni e tutor è monitorato da una studentessa in tirocinio nell’ottica di uno scambio: chi un domani progetterà nuove app non si dimentichi di non è nato con il digitale.
«La parrocchia dev’essere presidio di umanità, ma non può fare tutto da sola – aggiunge don Peyron – Però in tanti fuori possono fare qualcosa insieme a lei. Fare sinodo, come chiede il Papa, che significa camminare insieme.
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