Il 7, 8 e 9 febbraio 2022 il Giovane Clero ha vissuto una tre giorni in quel di Torino alla scoperta di alcune realtà ed esperienze ecclesiali.
Lunedi 7, insieme al Vescovo Pierantonio, siamo partiti alla volta di Torino per un incontro con i fidei donum bresciani presso la diocesi di Torino, don Piergiuseppe e don Alberto. Insieme abbiamo visitato le loro parrocchie, ascoltando la loro esperienza di presbiteri a servizio del grande quartiere di Mirafiori. L’arcivescovo Cesare Nosiglia ci ha poi offerto un quadro della situazione della diocesi di Torino, mostrando alcune proposte pastorali, elaborate negli ultimi decenni, per continuare ad annunciare il Vangelo in una società in profondo cambiamento.
Il giorno successivo è stato dedicato alla visita della Curia metropolitana, attraverso l’incontro con don Luca Peyron, responsabile dell’innovativo Servizio di apostolato digitale, con don Gianluca Carrega, incaricato della Pastorale a servizio delle persone omosessuali, con Monica Cusino, addetta al Servizio diocesano per il Catecumenato e con il Vicario generale Valter Danna.
Nel pomeriggio, il Giovane Clero ha visitato alcuni oratori salesiani nel quartiere “difficile” di San Salvario, dove diversi educatori sono soprattutto impegnati in un’azione educativa di strada e a favore dei minori extracomunitari senza famiglia. La giornata si è poi conclusa con la visita del Duomo e del suo campanile per ammirare lo skyline torinese.
La mattinata del mercoledì, dopo l’Eucaristia celebrata presso la Basilica dell’Ausiliatrice invocando l’aiuto di don Bosco, ha avuto come protagonista Torino e le sue bellezze. I palazzi storici, le piazze e le chiese non sono solo tracce di un passato glorioso, ma anche testimonianza di una città che è sempre proiettata verso le sfide e le opportunità del futuro.
Alla luce di questi tre giorni “in trasferta”, quello che ci si porta a casa è la necessità di una pastorale sempre più “di frontiera” e “in uscita”, segno di una Chiesa disponibile al confronto e al dialogo con il mondo della tecnica, dell’università, del lavoro e della società, senza il timore della contaminazione.
don Michele Rinaldi