Abbiamo sognato a lungo che la tecnologia ci permettesse di abbattere ogni confine e annullare ogni distanza tra persone, popolazioni, culture e Paesi nel mondo. Un miraggio ancora lontano, ma un primo passo è stato fatto. Tra Vilnius e Lublino è stato realizzato un ponte virtuale in grado di mettere in connessione gli abitanti delle due città in tempo reale, nonostante i 600 km che separano la capitale lituana dalla città polacca.
Il risultato è fantascientifico. Non è un caso che il ponte digitale sia stato ribattezzato Stargate – La porta delle stelle. Del resto, basta guardare le immagini diffuse per vedere quel chiaro riferimento, nelle forme e nell’aspetto, all’indimenticabile film di fantascienza degli anni ’90, inoltre, con la sua forma circolare, il portale evoca proprio l’immagine di una ruota del tempo e rimanda, inevitabilmente, all’immaginario fantascientifico. Il portale di Vilnius e Lublino, però, è più reale che mai. Non è ancora possibile attraversarlo e recarsi nella città gemella – per il teletrasporto dovremmo attendere ancora un po’ – ma per ora è a tutti gli effetti il primo specchio che connette due mondi.
I portali installati in entrambe le località sono dotati di schermi e telecamere, grazie ai quali sono trasmesse in diretta le immagini delle due città e dei suoi abitanti. L’obiettivo di questo Stargate è quello di permettere ai cittadini di Vilnius di avere una finestra sempre aperta su Lublino e viceversa.
Un modo sicuramente inedito per viaggiare, anche senza muoversi dalla propria città, ma soprattutto per comunicare e interagire con persone che sono a chilometri di distanza, un divario che con questo portale viene immediatamente eliminato. Infatti, i suoi creatori, gli ingegneri del Creativity and Innovation Center presso la Vilnius Gediminas Technical University, lo hanno immaginato come uno strumento che permettesse di ripensare al concetto di distanza, per annullare e superare tutti i confini… e in questo periodo in cui gli spostamenti sono ridotti e spesso si viaggia solo con l’immaginazione, sembrano proprio esserci riusciti.
Jasmine MILONE