Il Natale di Gesù Cristo secondo la carne è, teologicamente, uno snodo decisivo per il contributo che il fatto credente può dare al tempo che viviamo, alla condizione digitale in cui siamo immersi, alle grandi questioni sul governo della rivoluzione digitale.
Credenti o meno, la parabola storica di Gesù Cristo rappresenta culturalmente un codice con cui leggere ogni contemporaneità. Evidenzia i tratti dell’umano che restano inalterati nel tempo e nello spazio, quei tratti comuni in cui è possibile la comunione, soprattutto in tempi di frattura e di cambiamento d’epoca come quello che viviamo. In questo spazio limitato mi siano consentiti due esempi concreti, ovviamente natalizi.
La tecnologia della mangiatoia
Partiamo da quella mangiatoia così iconica in cui il Dio bambino viene deposto. Tecnologia semplice e contadina, ma pur sempre tecnologia utile alla nostra riflessione.
Una tecnologia plurale: la mangiatoia non è una ciotola.
La mangiatoia è per più di uno, per molti, per i molti. Spiritualmente per tutti coloro che vogliono avvicinarsi, umanamente per tutti coloro che vivono, studiano e lavorano affinché la tecnologia di base, vitale, sia per tutti e accessibile a tutti.
Il Dio che si rivela in Gesù Cristo non è un dio delle esclusive, ma dell’inclusione, dei tutti e mai dei pochi. Il fatto che si dia e si offra al mondo, attraverso una tecnologia plurale è la cifra teologica di una scelta politica ed economica che possiamo culturalmente promuovere e condividere.
La tecnologia di base, quella che custodisce la vita, quella che si prende cura di essa da subito, a maggior ragione se vita fragile ed inerme – quale la vita di un neonato – non può che essere commons, garantita come diritto umano. Che sia un vaccino o la connessione alla rete, gli strumenti di base per l’educazione e la scolarizzazione, oppure quei saperi necessari per accedere alla cittadinanza digitale dei paesi sviluppati, poco cambia.
La mangiatoia di Betlemme non è una invenzione della devozione, ma un dato della Scrittura preciso e chiaro. L’albergo non disponibile, la tecnologia di chi se la può permettere, ha nella storia della salvezza, una alternativa minima, un supporto vitale garantito dalla Provvidenza divina in un regime di solidarietà e sussidiarietà teologica che non deve mancare nello stato di diritto in cui viviamo. Non certo demandando al buon cuore di alcuni o al volontariato etico di altri.
La tecnologia del castello di Erode
Il secondo punto che vorrei sottolineare è la carne di quel bambino che per i cristiani è anche la carne di Dio. Erode ne ebbe paura e scelse di non muoversi dalle mura in cui era trincerato. La tecnologia del suo castello lo teneva al riparo dalla vita in una bolla inautentica. Manda i magi venuti dell’oriente per capire, per considerare, per scegliere. Per vedere. Quel bambino così particolare fu visitato, di persona, da molti. Ancora una volta, da una rappresentanza dei tutti. A cominciare dagli ultimi, i pastori, per arrivare ai primi, i magi appunto. Videro, credettero. Incontrarono.
Erode no, non vide, tantomeno credette, non incontrò. E scelse di uccidere, per paura. Il sangue innocente che fece versare nacque tutto dalla scelta di chiudersi nella sua tecnologia, gabbia di paure, al posto di vedere carne che incontra carne, quel bambino.
Questo è il secondo punto da sottolineare: la tecnologia che ci sostituisce per paura che l’incontro, la carne, ci faccia del male, non sia all’altezza, non sia sufficiente, ci metta in crisi.
La tecnologia che ci toglie la responsabilità dell’altro, del terremoto che potrebbe essere incontrarlo faccia a faccia, non è tecnologia buona,. Non è tecnologia auspicabile.
L’intelligenza artificiale che ci esonera dall’essere liberi, dall’essere responsabili, dall’essere presenti là dove esserlo ci umanizzerebbe, non è buona intelligenza artificiale. Non è intelligenza artificiale antropica, umanamente centrata così come, per esempio, chiede l’Unione Europea e auspicano le linee guida del Governo recentemente rilasciate.
Sono suggestioni tecno-teologiche dal Natale di Gesù, spero utili per continuare il nostro viaggio nella storia.