L’ingresso nel foyer, lo strappo del biglietto, il caldo accogliente della poltrona e il brusio di sottofondo. Quei piccoli gesti che per molti erano abituali, ma sempre emozionanti, dall’inizio della pandemia sono stati sospesi in un’incognita: si tornerà a teatro? Alcune strutture, italiane e straniere, hanno dato la possibilità agli spettatori di assistere a performance registrate sui loro palchi in modo gratuito o con piccole donazioni, molte compagnie teatrali invece hanno scelto di trasmettere tramite piattaforme social gli spettacoli a cui stavano lavorando, filmandosi ciascuno dalla propria casa.
L’incognita sul ritorno in sala resta, ma questa nuova modalità di visione del teatro sarà solo una fase transitoria, lo spettacolo dal vivo non solo regala importanti emozioni a chi vi assiste, ma porta anche lavoro per centinaia di persone. Un’opera teatrale non è solo il frutto di impegno costante degli attori, vi è anche tutto ciò che da spettatori non vediamo direttamente: i costumi, le musiche, le scenografie, elementi che in un video streaming si perdono a favore della performance. Le tecnologie usate sono fondamentali per mantenere viva la cultura e la sua circolazione, in particolare nel caso degli spettacoli dal vivo che non avrebbero attualmente altro modo di essere visti, ma il teatro non può rimanere un ennesimo prodotto audiovisivo online, non è la sua forma di comunicazione.
Per lo spettatore sono riscontrabili invece interessanti vantaggi, si pensi al famoso musical Hamilton, uno degli spettacoli più premiati degli ultimi anni e in scena solo a Broadway e nel West End, la cui performance registrata al Roger Theatre di New York è stata vista da milioni di utenti da tutto il mondo, pagando un semplice abbonamento alla piattaforma Disney+. È possibile che il futuro il teatro e il cinema si fondano? È più probabile che il teatro trovi una propria via di messa in scena, magari mista, con il pubblico in sala e online permettendo così una maggiore circuitazione.
Lucrezia BARISELLI