Ricerca sul cancro, si auspicano contributi dall’intelligenza artificiale

Il metodo scientifico induttivo si basa sull’osservazione, l’esperimento e lo studio dei risultati affinché sia replicabile, ma cosa succede se i dati non vengono divulgati?

Un gruppo di scienziati internazionali ha chiesto maggior chiarezza nella ricerca sull’intelligenza artificiale per rendere libero l’accesso alle importanti scoperte che potrebbero permettere di accelerare diagnosi e ricerca sul cancro. L’articolo in cui gli scienziati avanzavano queste proposte è stato recentemente pubblicato su Nature ed è stato immediatamente sottoscritto da studiosi di numerose istituzioni internazionali, come: il Princess Margaret Cancer Center, l’Università di Toronto, la Stanford University, la John Hopkins, la Harvard School of Public Health e il Massachusetts Institute of Technology.

Il dottor Benjamin Haibe-Kains, scienziato presso il Princess Margaret Cancer Center, è stato il primo a spingere verso un esame più approfondito dei risultati e verso una maggiore condivisione dei dati raccolti dai sistemi di intelligenza artificiale. Tramite una ricerca su Google Health è stato scoperto che il sistema di AI potrebbe essere migliore dei medici umani, specialmente se si tratta di velocità nello screening del cancro al seno. La richiesta è emersa in quanto lo studio mostrava alcune lacune in termini di mezzi, codici e modelli utilizzati, portando i ricercatori a domandare maggior trasparenza per comprendere i risultati ed evitare che nelle pubblicazioni fossero presenti errori, permettendo così la riproducibilità dei test. Spesso le ricerche non sono rese note nel modo corretto e questo rallenta il raggiungimento dei risultati sia da parte della comunità scientifica sia nell’avanzamento delle tecnologie in campo medico.

L’intelligenza artificiale ha un grande potenziale secondo i firmatari dell’articolo, che sperano in un cambiamento radicale nella diffusione delle scoperte scientifiche, per rendere veloce e accessibile lo studio dei nuovi risultati. Se venissero apportate queste modiche, l’iter della diagnosi per il cancro potrebbe mutare considerevolmente.

 

Lucrezia BARISELLI

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