Il settore ricerca e sviluppo dell’industria europea ha battuto i record, raggiungendo il tasso di crescita più alto dal 2015, con un aumento del 13,6%, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Un dato a maggior ragione importante se si considera che nello stesso periodo la Cina ha visto ridurre la crescita degli investimenti da oltre il 25% a poco più del 16%, mentre negli USA le aziende sono passate da una crescita degli investimenti del 16% al 12,6%.
Su base globale si contano investimenti per 1.250 miliardi di euro, in particolare più di un terzo delle aziende e il 43% degli investimenti in ricerca e sviluppo si devono ai produttori di Ict e servizi a questi collegati, un dato che evidenzia il ruolo di primo piano della digitalizzazione. Altrettanto rilevanti sono il settore automobilistico e sanitario.
A livello europeo si raggiunge il primo gradino del podio rispetto agli investimenti per l’automotive, con una percentuale del 42,2%. Dal punto di vista tecnologico, l’UE è in testa nella brevettazione verde ad alto valore (68%) e nelle tecnologie pulite per i trasporti (29%). È significativa anche l’ampia rappresentanza settoriale che emerge dall’analisi degli investimenti in UE: settore automobilistico, itc, sanità, aerospazio, difesa, energia…
Inoltre, tra i primi 1000 investitori in R&S dell’UE il 18% è costituito da piccole e medie imprese, di cui circa due terzi provengono dal settore sanitario. La salute occupa infatti una posizione importante e la crescita, secondo i dati presentati dallo scoreboard degli investimenti dell’Unione Europea, è dovuta soprattutto alla nascita di nuove aziende biotecnologiche e dagli investimenti in tecnologie applicate nel settore farmaceutico.
Lo scoreboard presenta dunque dati interessanti, tra cui una diffusa volontà di investimento in ricerca e sviluppo, anche in tempo di crisi, rivelando come tali investimenti siano effettivamente ritenuti strategici dalla maggior parte delle imprese e come le risorse tecnologiche siano considerate fondamentali per mantenere la competitività.
Jasmine MILONE