Questo clima non esiste, un sito per capire cosa accadrà


“Molti pensano che la crisi climatica non li riguardi. Le conseguenze sembrano troppo in là nel tempo, si crede che comunque sia un problema di qualcun altro. E così abbiamo pensato di usare l’intelligenza artificiale per tentare di correggere questa miopia percettiva”.

Questo l´incipit di Sasha Luccioni, ricercatrice al Mila Quebec Ai Institute. Assieme ad un gruppo di colleghi ha realizzato un sito chiamato This Climate Doesn’t Exist, che tradotto significa “Questo clima non esiste”: grazie agli algoritmi, mette in scena una simulazione che consente a tutti di vedere il potenziale impatto dei cambiamenti climatici in qualsiasi luogo del pianeta. In pratica, come potrebbe apparire la via dove abitiamo o la piazza dietro casa, l’indirizzo del nostro ufficio, se fossero colpiti da inondazioni, incendi o immersi in una cappa di smog.

“L´idea che ha portato alla nascita del sito è quella di portare la crisi climatica più vicina alle persone, con la speranza di aggirare la percezione errata che il problema non sia urgente e non riguardi tutti”, continua la ricercatrice. Sembra un gioco, che applica dei filtri alle immagini di Google Street View grazie all’intelligenza artificiale, ma le immagini mostrano il futuro che potenzialmente ci aspetta. Se la temperatura media globale dovesse infatti crescere ancora, qualcosa che probabilmente accadrà se proseguiamo sulla traiettoria attuale, lo scioglimento delle calotte glaciali genererà abbastanza acqua da coprire un’area di terra dove attualmente vive il 10% della popolazione globale. Solo in Cina, 43 milioni di persone abitano terreni che saranno sott’acqua con tre gradi in più. Con ulteriori quattro gradi, 50 grandi città costiere dovranno affrontare sfide senza precedenti. Molte piccole nazioni insulari, come le Bahamas, perderanno quasi completamente il territorio sul quale vive ora la maggior parte della popolazione.

La crisi climatica è stata a lungo sottovalutata a causa dell´innata caratteristica umana di non avvertire le minacce quando non sono percepite come vicine o immediate. Ecco quindi lo scopo di questo progetto: fornire “un’immagine che vale mille parole, o mille anni in questo caso”.

Jasmine MILONE

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