Le azioni di documentazione archeologica effettuate in Iraq dal Gruppo di Geomatica del Politecnico di Torino si sono rivelate di grande valore non solo in relazione all’analisi degli insediamenti storici e delle loro trasformazioni, ma anche a livello sociale e culturale. Infatti, il lavoro del team ha rappresentato un significativo passo avanti nella tutela, gestione e disseminazione di un importante patrimonio culturale in pericolo, quello del sito islamico di Tell Zeyd, e della città antica di Seleucia in Iraq.
A questo fine si è rivelato fondamentale il ruolo delle tecnologie digitali di informazione geografica, che hanno supportato la gestione delle attività di scavo, senza mai perdere di vista le ricadute sul quadro geopolitico di riferimento. Le missioni, realizzate grazie al lavoro congiunto del Politecnico e dei suoi laboratori Geomatics Lab e G4CH – Laboratory of Geomatics for Cultural Heritage, si sono svolte in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e con l’Università di Torino.
L’innovazione dei modelli 3D per lo studio dei siti è risultato maggiormente sostenibile rispetto ai metodi tradizionali, la rivisitazione degli approcci di analisi basata su sistemi tridimensionali ha segnato così una svolta, consentendo di venire incontro alle necessità di analisi e riducendo anche il rapporto costo/prestazioni.
I rilievi effettuati dal team di ricerca si sono svolti in due fasi: una prima di in quadramento topografico e una seconda di dettaglio, per assicurare il posizionamento dei punti significativi, raggiunti mediante strumenti come il laser scanner terrestre, la restituzione fotogrammetrica da immagini acquisite da droni (Uav Unmanned Aerial Vehicle) e da sistemi handheld di Mobile Mapping System.
Queste missioni hanno confermato l’importanza delle collaborazioni tra università e istituzioni, le quali hanno reso possibile l’implementazione di strumenti digitali ad alto contenuto tecnologico a supporto dei progetti di ricerca, conducendo a risultati significativi nel massimo rispetto del territorio locale.
Jasmine MILONE