Il mondo dello sport è uno di quei settori dove, per investimenti e ricerca, si sono fatti maggiori passi avanti nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e di mezzi tecnologici a supporto del gioco e degli atleti. Infatti, per via della sempre maggior professionalizzazione a tutti i livelli della preparazione atletica, si è spinto sempre più verso l’utilizzo di tecnologie digitali con l’obiettivo di migliorare le prestazioni e facilitare l’organizzazione di allenamenti personalizzati.
Un esempio dell’introduzione di AI è lo Sport Bra, utilizzato per tracciare tramite il GPS e altri rilevatori della performance la condizione atletica nel corso della gara e monitorare i vari aspetti della prestazione, per poter lavorare con l’obiettivo di migliorare la resa nelle competizioni successive. Lo strumento è tipico degli sport come il calcio o la corsa, ma sono tanti i sistemi di misurazione delle performance che non raccolgono solo il dato biometrico, ma sono pensati per rivedere le varie fasi della gara e correggere eventuali errori nella postura oppure alle tecniche di tiro, come nel basket o nel tennis.
Proprio il tennis è stato il primo sport ad introdurre l’AI non al fine di migliorare le performance degli atleti in gara quanto piuttosto a supporto dell’attività arbitrale. Infatti, con la creazione dell’«occhio di falco», che utilizza un complesso sistema di tracciamento, è possibile rilevare il posizionamento esatto della pallina, se dentro o oltre la linea. Questo uso dell’intelligenza artificiale si è fatto spazio all’interno del dibattito pubblico dopo l’introduzione nel gioco del calcio della VAR (Video Assistenza Arbitrale) che ha modificato completamente il modo di intendere il gioco e la figura dell’arbitro.
La via per un proficuo utilizzo dell’AI nel mondo dello sport sembra sempre di più, nonostante le grandi innovazioni tecnologiche, quella di un affiancamento all’uomo che rimane sempre deputato all’interpretazione dei dati raccolti dall’AI.
Alessandro Manno