Giovani universitari: digitale e democrazia la scommessa del futuro

Oggi siamo riuniti per celebrare il primo secolo dell’Università Cattolica e l’inizio del centunesimo anno accademico. […] Credo che l’Europa debba lavorare innanzitutto per la prossima generazione. Voglio un’Europa al servizio dei giovani. […] Ma questa nuova Unione che cosa può fare per la vostra generazione? 

Vorrei rispondere con tre parole: pianetainnovazionedemocrazia.  […] La seconda missione della nostra Unione è l’innovazione. L’Italia è sempre stata un paese di innovatori e di menti creative. […]. Solo investendo nell’innovazione potremo creare i posti di lavoro di qualità a cui ambite e rendere l’Europa più competitiva sui mercati mondiali. Lasciatemi fare soltanto un paio di esempi di come l’Europa si sta muovendo in questo senso. Da una parte, investiamo massicciamente nelle tecnologie digitali. Il piano NextGenerationEU, ad esempio, porterà Internet a banda larga a fabbriche, aziende agricole e famiglie di tutta Europa, aiutando le piccole imprese a digitalizzare le loro attività. Qui in Italia, NextGenerationEU sosterrà i ragazzi di talento che non hanno i mezzi per pagarsi l’università. Il piano aiuterà le università ad assumere giovani ricercatori. […] E ogni euro che investiamo nell’istruzione e nella ricerca è un euro ben speso. […]

Le prime [università] furono fondate nel tardo Medio Evo, in un’epoca di cambiamenti radicali nei campi della filosofia, della scienza e della tecnologia. Le università sono state poi rifondate nel XIX secolo, durante la rivoluzione industriale. In entrambi i casi, le università “sono state frutto e insieme causa motrice” di quei processi di trasformazione. “Si nutrono del passato, per interpretarlo e per delineare la storia futura”. Anch’io sono convinta che le università saranno di nuovo una forza motrice del cambiamento. Un luogo in cui imparare dal passato e inventare nuove strade verso il futuro. La terza missione di cui vorrei parlare riguarda il rilancio della nostra democrazia in questa era digitale e globalizzata.

Proprio come l’Unione europea, anche le nostre democrazie sono un cantiere sempre aperto. Nessuna democrazia può dirsi compiuta, perché la democrazia è un compito mai finito, ed è proprio in questo che si differenzia dall’autocrazia. […] Ma in ultima analisi, la democrazia in tutte le sue forme ha sempre alla base lo stesso principio: dare voce al popolo. Un sistema in cui il potere è dato e tolto dai cittadini e limitato da pesi e contrappesi. Questa è la democrazia. Ma non dobbiamo mai darla per scontata. Oggi la democrazia si trova di fronte a nuove sfide. Gran parte del dibattito pubblico si svolge su piattaforme social controllate da privati. Gli avversari della democrazia utilizzano le tecnologie moderne per manipolare il dibattito democratico attraverso la disinformazione sistematica. Cercano di confondere le acque a tal punto che verità e fatti divengano impossibili da distinguere da menzogne e falsità. E questo erode e mina la fiducia dei cittadini.

La nostra missione è proteggere e ampliare la nostra democrazia. L’Europa che voglio deve proteggere le persone dai contenuti illeciti online e dalla disinformazione, rendendo le piattaforme dei social media più responsabili dei contenuti che ospitano. L’Europa che voglio deve proteggere dall’incitamento all’odio e dai reati generati dall’odio, integrando l’elenco dei reati nei nostri trattati. E deve proteggere la nostra democrazia da ogni tipo di regressione, tutelando lo Stato di diritto ovunque all’interno dell’Unione. Voglio un’Europa per i giovani. E voglio un’Europa dei giovani. Il mese scorso Papa Francesco ha inviato un messaggio potente ai giovani come voi. Il Papa ha scritto: “Quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani! Quale forza portate nei vostri cuori! Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione.

Ursula VON DER LEYEN, presidente della Commissione europea (estratto)

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