Disabilità intellettiva, un’«app» per il tempo libero

Raggiungere il maggior livello possibile di autonomia, nella vita privata come al lavoro, è uno degli obiettivi principali che i ragazzi con sindrome di Down devono affrontare. Un percorso che comincia da bambini e arriva fino all’età adulta, passo dopo passo. Al loro fianco ci sono le famiglie e la scuola, ma anche realtà specifiche come l’Associazione Italiana Persone Down (AIPD), che nell’ultimo periodo ha messo in campo molte idee innovative al fine di incoraggiare il riavvio della vita sociale e l’indipendenza.

È così che a Bergamo è stato lanciato un crowdfunding per la realizzazione dell’applicazione “App and Out”. Nata nell’ambito del progetto Il Buon tempo, l’applicazione «ha lo scopo di far sviluppare le potenzialità di ognuno ed accrescere l’empowerment in un mondo adulto fatto di relazioni. Come tutti, si impara a rapportarsi con gli altri e a coltivare un tempo di qualità» come spiega Gabriella Ciullo, Responsabile operativo dell’AIPD di Bergamo. L’app infatti sostituisce il cosiddetto “foglio uscita”, uno strumento in grado di fissare le informazioni utili per svolgere al meglio gli incontri con gli amici. Il proposito dell’applicazione è quello di essere gradualmente collegata a varie realtà del territorio, per favorire al meglio lo scambio delle informazioni ed aumentarne l’utilità per la comunità.

Un altro progetto significativo è “Museo per tutti”, promosso da L’abilità Onlus, che nasce con lo scopo di rendere più inclusivi i luoghi di cultura, in occasione delle Giornate Europee del patrimonio. «L’iniziativa è rivolta a bambini, ragazzi, adulti con ogni tipo di disabilità intellettiva, quindi da persone con sindrome di down a quelle con sindromi rare in cui è compromessa la funzione mentale, persone con deficit di attenzione, concentrazione, memoria, orientamento» spiega Carlo Riva, direttore della Onlus. E aggiunge «punta a promuovere l’autonomia perché la persona con disabilità non ha bisogno di una visita guidata ad hoc, ma prende la guida e può andare da sola al museo».

 

Jasmine MILONE

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