I torinesi Samuele Rocca, Mirko Bretto e Maurizio Ferrero approdano su Kickstarter e raggiungono l’obiettivo del loro crowdfunding in sole 24 ore. È così che riescono a lanciare il progetto Adriano, che recupera vecchi smartphone e tablet trasformandoli in tecnologia domotica. Grazie a questo recupero è possibile trasformare la casa in smart home e quindi regolare le luci, le temperature, alzare o abbassare le tapparelle, aprire i cancelli e così via tramite l’utilizzo dei dispositivi rigenerati.
Andriano è in realtà una sorta di cavalletto dove poggiare il dispositivo che ne amplifica le potenzialità e lo rende il fulcro dell’automazione domestica, da gestire attraverso l’app dedicata. “Nel mondo sono circa 6 miliardi gli smartphone inutilizzati e allungare la vita dell’1% di questi ultimi di un anno eviterebbe l’emissione in atmosfera di 280.000 tonnellate di CO2”, spiegano i fondatori di Domethics, la pmi torinese. “È proprio con quest’obiettivo che abbiamo ideato e lanciato sul mercato Adriano: un prodotto a basso costo, semplice da usare e in grado di ridurre lo spreco di risorse elettroniche, che consente di dare una nuova a vita a vecchi smartphone e tablet lasciati in un cassetto o destinati a diventare rifiuti elettronici e al tempo stesso aumentando la qualità della vita, dall’home automation alle elderly care, fino alla telemedicina”.
Dove una volta si ricevevano sms, telefonate o simili attività, ora si possono compiere attività decisamente più “futuristiche”. La telecamera del cellulare può diventare l’occhio con cui si controllano i sensori antintrusione, oppure il vecchio tablet può diventare la centralina di controllo per valvole, termosifoni e lampadine. Ma in altri ambienti, questa tecnologia può anche essere utilizzata per raccogliere tutte le informazioni legate al benessere e alla salute, che possono successivamente essere indirizzate verso il medico di base o verso una centrale operativa specializzata. Un grande futuro quindi per il neonato Adriano che rappresenta un’innovazione utile, poliedrica e sostenibile.
Jasmine MILONE