Chi conosce Il Signore degli Anelli sa che una delle stirpi più antiche e nobili di quell’universo sono gli Ent, alberi parlanti che aiutano i protagonisti nel fermare le forze oscure. Cosa accadrebbe se anche i nostri alberi potessero parlare? Il Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund March ha dato il via ad un progetto per raccogliere dati ed informazioni sulla situazione dei boschi in Italia.
In diverse aree sono stati installati degli strumenti che permettono agli alberi di “parlare”. Sono delle scatoline che analizzano i dati delle piante e inviano risposte al computer in cui le informazioni vengono analizzate. È possibile scoprire dettagli sullo stato di salute dei boschi della penisola grazie a questo progetto “Tree Talker Network” che riceve finanziamenti dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Questo studio permetterebbe di comprendere non solo lo stato di salute della singola pianta o dell’area boschiva, ma di studiare le influenze dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici e, al contempo, individuare la presenza di batteri e animali che potrebbero comprometterne la crescita o la salute.
I dati vengono inviati attraverso l’Internet of Things: satelliti e antenne monitorano e rilevano le informazioni delle singole piante a scadenza oraria dando la possibilità agli studiosi di “sentir parlare gli alberi’’ e controllare se ci sono cambiamenti anche minimi tra cui l’accrescimento del fusto e la quantità di linfa che vi circola e spettro di radiazioni trasmesse attraverso la chioma. Questi strumenti sono stati inseriti in Val Cembra in Trentino ed altre zone verdi d’Italia per comprendere e migliorare la situazione delle aree boschive sempre più esposte all’azione distruttiva dei cambiamenti climatici, alle modifiche apportate dall’uomo nel territorio e che portano al deperimento del bosco con la conseguente deforestazione.
Ora che gli alberi possono parlare è importante impegnarsi ad ascoltarli, rispettarli e migliorarne le condizioni di vita.
Lucrezia BARISELLI