Bannato da parte di Facebook per aver sviluppato un sistema che aiuta gli utenti a limitarne l´uso. Questa è la storia che racconta Louis Barclay, l´inventore del sistema che permette di “riappropriarsi del proprio tempo”.
Precisamente si tratta di un´estensione per browser chiamata Unfollow Everything – smetti di seguire tutto – che permette agli utilizzatori di eliminare tutte le notizie generate in automatico dalla bacheca di Facebook. Lo strumento funziona in questo modo: Unfollow Everything rimuove tutti gli amici e i “mi piace” lasciati sulle pagine, in questo modo non viene più proposta una schermata iniziale a partire dalle proprie preferenze e ci si libera del cosiddetto feed. Il news feed, o bacheca, di Facebook è infatti la maggiore fonte di reddito della pagina.
Il tempo trascorso sul sito si traduce di fatto in annunci visualizzati e cliccati che si trasformano in miliardi di dollari per gli investitori. È proprio lo strumento del feed a tenere gli utenti incollati alla piattaforma, senza di essa, il tempo trascorso in rete diminuirebbe notevolmente. “Ricordo benissimo la sensazione nell´utilizzare Unfollow Everything per la prima volta. Non ho perso niente perché potevo ancora vedere tutti le pagine preferite e gli aggiornamenti dei miei amici cercandoli direttamente.” commenta il creatore dello strumento, e prosegue “Da un giorno all´altro il mio utilizzo di Facebook è diminuito drasticamente ed il mio attaccamento ai social è diventato gestibile.”
Dal lancio del sito l´hanno scaricato tantissime persone e ha ricevuto innumerevoli recensioni positive. Tanto da infastidire il colosso, che ha disabilitato in modo permanente l´account di Louis Barclay e ha intralciato la diffusione dello strumento. Sebbene il suo creatore non si sia dato per vinto, una causa legale contro una compagnia da trilioni di dollari è un´impresa anacronistica e probabilmente a breve non sarà più possibile scaricarlo, ma una cosa è certa: la storia di Unfollow Everything fa riflettere sul lato oscuro del web, sul suo potere e sui profitti ottenuti dallo sfruttamento della dipendenza, anche online.
Jasmine MILONE