È sempre più diffusa l’attenzione alla cybersecurity, ma a volte la preoccupazione per i costi sembra superarla. Infatti si stima che il 24% delle aziende tra i 50 e i 999 dipendenti sia pronto a utilizzare versioni pirata dei software originali, per ridurre le spese del reparto informatico.
È il risultato dell’ultima ricerca di Kaspersky, specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica. Questa pratica sembra meno in voga tra le piccole imprese, il ricorso a software contraffatti per l’operatività quotidiana scende all’8% nel caso di aziende con meno di 50 dipendenti. Questo modus operandi, secondo gli esperti di Kaspersky, conduce ad un forte rischio di compromissione nella sicurezza delle reti, poiché gli hacker e i cybercriminali spesso distribuiscono di proposito file dannosi, cercando di confonderli tra i software più utilizzati, proprio per immettere virus all’interno delle infrastrutture aziendali.
Stando al Kaspersky Security Network, che analizza ed elabora le informazioni sulle cyberminacce più diffuse, in otto mesi di osservazione, un totale di 9.685 utenti si è imbattuto in malware e software indesiderati, nascosti dietro le sembianze dei prodotti software legittimi. In generale, 4.525 file malevoli o potenzialmente indesiderati sono stati diffusi tramite software distribuiti non ufficialmente, compresi quelli pirata.
“La mancanza di risorse è una situazione comune, ma l’uso di un software pirata o violato dovrebbe essere assolutamente evitato se un’azienda si preoccupa della sua sicurezza, della sua reputazione e delle sue entrate” ha commentato Cesare D’Angelo, General Manager Italia di Kaspersky. “Le copie pirata solitamente contengono minacce varie e mancano delle correzioni o delle patch di sicurezza rilasciate dagli sviluppatori per risolvere le vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate dai criminali informatici. Le alternative ufficiali gratuite sono opzioni migliori per chi ha bisogno di risparmiare sui costi dell’It”.
R.V.