Quattordici aziende del Toyota Motor North America, TMNA, sono pronte a sperimentare una nuova versione del “toyotismo” e della filosofia “just in time” sfruttando l’intelligenza artificiale di Invisible AI.
L’azienda di origini giapponesi già negli anni ‘70 ha rinnovato l’industria dell’automobile, sostituendo la filosofia di produzione taylor – fordista, capace di produrre grandi quantità di merci in poco tempo, con un processo volto a rendere la catena di montaggio il più possibile flessibile senza stress, sovraccarichi, inconsistenze e sprechi. Il sistema, che prevede piccoli miglioramenti continui volti a semplificare e snellire tutti i passaggi di produzione, sarà supportato dall’occhio vigile di diverse telecamere sparse negli stabilimenti, pronte a fornire dati all’IA al fine di analizzare ed evidenziare possibili problemi.
“Se non vedi un problema non puoi risolverlo” dice Eric Danziger, cofondatore ed amministratore delegato di Invisible AI “quello che stiamo fornendo [a Toyota Motor North America] sono strumenti capaci di vedere più in dettaglio ciò che accade nelle loro fabbriche, in modo che possano occuparsi di risolvere ogni problema ed ogni collo di bottiglia, assicurandosi che i dipendenti siano al sicuro”. Non si tratta però di una novità, quanto di un ulteriore sviluppo dell’uso di IA nelle fabbriche Toyota, “Già monitoriamo i nostri impiegati durante l’assemblaggio dei veicoli per individuare problematiche e colli di bottiglia nel loro lavoro” dice Stephen Brennan, vicepresidente del gruppo Toyota per l’ingegneria della produzione di veicoli e il Manufacturing Project Innovation Center, “il sistema di Invisible AI ci aiuterà ad aumentare l’intensità e l’accuratezza del processo di analisi ed a ridurre il tempo necessario a rilevare inefficienze nel processo”.
Punto cardine del progetto è anche la protezione della privacy dei lavoratori: entrambe le aziende sottolineano come l’IA non ha modo di identificare i dipendenti, che resteranno nell’anonimato, e che i dati non potranno in alcun modo essere diffusi all’esterno delle singole fabbriche.
Emanuele DENTIS