Se ognuno di noi decidesse di inviare anche solo una mail in meno, risparmieremmo circa 16.433 tonnellate di carbonio all’anno. Per fare una stima orientativa, sarebbero circa 81 mila voli aerei tra Roma e Londra. Lo rivelava già cinque anni fa uno studio dell’Agenzia francese per l’ambiente. Un messaggio da 1 megabyte emette 19 grammi di CO2, in pratica 8 mail inquinano come un km in auto e secondo uno studio commissionato da Ovo Energy solo in Inghilterra si inviano ogni anno oltre 64 milioni di e-mail inutili. La cosa diventa ancora più inquietante se, andando oltre la semplice mail, cominciamo a considerare sistemi complessi come quelli di Intelligenza Artificiale, che ormai pervadono gran parte della nostra vita quotidiana. Se da una parte gli algoritmi di IA possono contribuire in diversi modi a diminuire l’impatto inquinante sul pianeta, dall’altra i ricercatori dell’Università del Massachusetts, eseguendo una valutazione sull’energia necessaria ad “addestrare” gli algoritmi di Deep Learning hanno rilevato che si arriva ad emettere 284 tonnellate di anidride carbonica equivalente, emissioni pari a quasi cinque volte quelle della vita media di un’auto americana, produzione inclusa.
Secondo lo studio “Assessing ICT global emissions footprint”, pubblicato sulla rivista Journal of Cleaner Production, l’impatto dell’intero settore delle ICT sulle emissioni globali di gas serra è triplicato in dieci anni. Secondo Greenpeace, che monitora il settore IT dal 2010 , solo il 20% delle aziende si è impegnato a investire in energie rinnovabili, ed è particolarmente preoccupante l’assenza di politiche green in alcuni Paesi del mondo quali Cina, Taiwan e Corea del Sud. Forse allora dovremo iniziare a interrogarci non solo quando prendiamo l’aereo per andare in vacanza ma anche quando mandiamo quella mail di troppo al collega o pubblichiamo l’ennesimo post sui social per polemizzare su un caso di attualità o raccontare quello che abbiamo mangiato? Forse sì, e potrebbe essere molto più difficile del previsto
Silvia POCHETTINO – Ong2.0