Nel corso dell’ultimo triennio, complice anche la pandemia che ha spinto in avanti e di molto l’innovazione tecnologica, è boom di robot. Risultano, difatti, installati nel mondo oltre 500mila esemplari di robotica dei quali 84mila nelle fabbriche europee, nel solo 2022. Un potenziale enorme che secondo l’International Federation of Robotics – IFR ha registrato un vero e proprio exploit. Parrebbero infatti essere stati installati 531mila robot in tutto il mondo.
Più nel dettaglio, secondo i dati estratti dal Rapporto The Robotics Manufacturing Status Report – 2023, le nuove tecnologie dei materiali sono fondamentali per il futuro. In questo Report viene evidenziato come “la cosiddetta robotica morbida avrà tassi di crescita annui del 35,1% tra il 2022 e il 2027, con benefici in molti settori, tra cui la biomedicina, l’alimentare e l’agricoltura”. Insomma, una crescita alle stelle anche in termini di volume, raggiungendo, ad oggi, un nuovo record mondiale pari a circa 3,5milioni di unità (già) operative.
La maggior parte dei robot sono industriali in grado di saldare, verniciare e spostare i materiali in modo autonomo e automatico.
Il Report analizza poi come gli hardware e software più evoluti siano capaci di “fare cose” in ambienti ostili e non controllati. L’innovazione e lo sviluppo dei prodotti sono essenziali per (poter) esplorare nuove applicazioni. Da qui, l’importanza dell’analisi del ciclo di vita nella centralità della fabbricazione digitale (stampa 3D) che si avvale di dati, sì da sviluppare e testare nuove parti con materiali innovativi, poi collaudati e perfezionati. Il risultato è quindi strepitoso.
Non sono dunque lontani i tempi in cui saremo, magari in una sala di aspetto nell’attesa del treno, serviti da un robot in versione umanoide che ci porterà il the o il caffè suggerendoci di evitare, sulla base di un incrocio di dati immessi, una bevanda zuccherina visti i nostri ultimi esami del sangue fatti.
Chiara PONTI
Concordo, quel tempo è più vicino di quello che potremmo immaginare.