Orgoglio italiano: l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – IRCCS San Raffaele di Roma è in prima linea al servizio della medicina predittiva in ambito oncologico partecipando al progetto REVERT di respiro europeo, finanziato dal Programma Horizon 2020.
Si tratta di un progetto “taRgeted thErapy for adVanced colorEctal canceR paTients” (da qui REVERT) che “costituisce un innovativo sistema di supporto decisionale basato sull’intelligenza artificiale (AI) utilizzando l’esperienza e i dati del mondo reale di diversi ospedali […] che operano nel sistema sanitario dell’UE, finalizzato allo sviluppo di un modello migliorato e innovativo di terapia combinatoria – basato su un approccio di medicina personalizzata – che identifica l’intervento terapeutico più efficace ed economico per i pazienti con CRC non resecabile”.
Nel merito, senza poterci spingere oltre circa il “carcinoma del colon-retto” che, secondo consolidati dati, rappresenta la terza neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne dietro soltanto ai tumori polmonari e mammari, ci soffermiamo sulla pregevole iniziativa dal punto di vista dell’innovazione tecnologica applicata in campo medico.
Il pregio di questo progetto risiederebbe nel coniugare “l’approccio basato sull’intelligenza artificiale nel trattamento combinato del cancro colon-rettale” con il precipuo scopo di “validare un sistema decisionale clinico basato su algoritmi di predizione della risposta al trattamento in pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto grazie a una banca biologica e banca dati interistituzionale e multidisciplinare per l’applicazione di metodologie di intelligenza artificiale finalizzate alla messa a punto di protocolli di medicina predittiva”, così come ha letteralmente spiegato la responsabile del progetto.
Detto in parole più semplici, questa tecnologia di frontiera intende utilizzare i database delle informazioni reperibili (nel nostro caso di malati ricoverati negli ospedali) per sviluppare dei profili (di intervento clinico) personalizzati (nelle terapie). Grazie a un sistema di AI si può giungere ad un processo di personalizzazione tale da estrapolare delle connessioni. Da qui, la terapia ad hoc finalizzata a identificare, di volta in volta, quella più efficace. Naturalmente, l’algoritmo “dottore” deve essere adeguatamente istruito per assolvere alla sua funzione decisionale.
Chiara PONTI, IT Legal e nuove tecnologie