L’accesso alle notizie è sempre più semplice, eppure è ogni giorno più complesso fidarsi delle informazioni online. Dilaga la preoccupazione rispetto a disinformazione e fake news, per questo è necessaria la promozione di strumenti che possano aiutare «ad avere maggiore consapevolezza di come riconoscere fonti e notizie di qualità».
A seguito di queste valutazioni è stato redatto il terzo rapporto Ital Communications-Censis “Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell’informazione alla prova dell’Intelligenza Artificiale”. Tanti gli spunti utili emersi: circa il 93% degli italiani si informa abitualmente tramite almeno una fonte, l’83% sul web e il 74% sui media tradizionali. D’altro canto, appare non confortante il dato di coloro che hanno rinunciato ad aggiornarsi sull’attualità, che ammonta a circa 3 milioni di italiani. In questo contesto, aumentano paure e timori di non essere in grado di riconoscere le fake news.
Durante l’intervento di presentazione emerge che la confusione, che sembra la caratteristica del nostro tempo, si supera con un’alleanza stabile tra gli stakeholders che hanno interesse a una informazione più attendibile. L’efficacia delle fake news — viene ricordato inoltre, citando Papa Francesco nel suo Messaggio per la Comunicazioni sociali del 2018 — «è dovuta in primo luogo alla loro natura mimetica, cioè alla capacità di apparire plausibili. Queste notizie, false ma verosimili, sono capziose, nel senso che sono abili a catturare l’attenzione dei destinatari, facendo leva su stereotipi e pregiudizi diffusi all’interno di un tessuto sociale, sfruttando emozioni facili e immediate da suscitare, quali l’ansia, il disprezzo, la rabbia e la frustrazione.». Così, la sfiducia rischia di diventare la regola per la convivenza sociale. Tuttavia, la tecnologia «è figlia del genio inventivo dell’uomo», per questo «non possiamo cederle il passo su ciò che più ci definisce: il libero arbitrio, la capacità di provare emozioni, di cambiare idea. Dobbiamo piuttosto allargare lo sguardo, pensare in grande. Siamo noi che dobbiamo guidare l’intelligenza artificiale; con l’intelligenza umana e con il cuore umano, che rende la nostra intelligenza unica. Sta a noi negoziare gli algoritmi e falsificare l’idea fatalista, secondo il quale non serve a nulla lottare contro un destino che sarebbe già scritto».
Jasmine MILONE