La quarta puntata del nostro resoconto de La Chiesa ti ascolta ovvero il sinodo nell’ambiente digitale tocca oggi la questione della formazione di chi opera nel digitale ed i modi in cui la Chiesa è percepita in tale mondo.
Il processo sinodale ha dato un senso di sollievo perché molti missionari digitali cominciano a sentirsi accompagnati e ascoltati. È essenziale che la Chiesa presti attenzione al mondo digitale e continui a creare spazi per gli evangelizzatori digitali per incontrarsi e pensare a nuovi modi di essere Chiesa in questo settore. Il mondo digitale offre spazi di dialogo che consentono la collaborazione tra cristiani, credenti di altre religioni e non credenti a sostegno di valori comuni che ci permettono di camminare insieme, ad esempio nella cura del creato e nella promozione della pace.
Il dialogo non implica uniformità, ma la capacità di camminare insieme nel rispetto delle differenze. Emerge che viviamo in una società individualista e discriminatoria, con tanto bullismo, gli spazi digitali offrono opportunità di comunità e appartenenza che possono alleviare situazioni di dolore e solitudine. Le reti sociali generano un ambiente di incontro in cui una realtà molto lontana può diventare accessibile, visibile e fraterna, permettendo di aprire gli orizzonti perché presenta approcci che non sono stati esplorati prima. Ha un impatto sulle relazioni con le persone lontane. In tale quadro la rapida evoluzione dell’ambiente digitale ha favorito una mentalità di formazione continua, necessaria per tenersi aggiornati. Inoltre, questo ambiente offre dimensioni inimmaginabili che consentono l’interazione, la collaborazione, il dialogo e lo scambio di esperienze diverse. Gli ambienti digitali offrono molteplici opportunità per partecipare alle discussioni ed essere ascoltati, anche per prestare attenzione alle prospettive delle chiese locali e della Chiesa Universale. Essi facilitano la modalità sincrona e asincrona. Gli ambienti digitali poi offrono la possibilità di porre domande su argomenti sensibili senza temere di essere giudicati o di ricevere reazioni negative, grazie all’anonimato che può essere mantenuto.
Tuttavia negli ambienti digitali, il messaggio trasmesso dipende fortemente dall’approccio del mittente. In genere, viene dato maggior peso alle informazioni presentate da chi ha più influenza, piuttosto che alla verità oggettiva. Questo può portare all’emarginazione di gruppi il cui punto di vista non viene accettato. Di qui molti evangelizzatori hanno iniziato a creare contenuti in modo intuitivo, ma c’è un grande bisogno di formazione teologica in accordo con il magistero della Chiesa e in relazione alla comunicazione digitale. È stata anche menzionata la necessità di una maggiore formazione su questioni relative alla dottrina sociale della Chiesa. la Chiesa nel mondo digitale ha la responsabilità di essere amorevole, sincera e misericordiosa come Madre e maestra. Per raggiungere questo obiettivo, è importante mantenere una pastorale digitale attiva. Si raccomanda inoltre di stabilire linee guida e politiche per la presenza online della Chiesa.
Questa è un’opportunità per rafforzare la figura di una Chiesa Madre che è vicina a noi, che serve e accoglie tutti coloro che sono alla periferia. Nell’ambiente digitale si osserva la pluralità di carismi, vocazioni e ministeri. Quando questi carismi sono valorizzati, rispettati e promossi, si completano cercando l’unità nella diversità. Nel mondo digitale sono incoraggiati gli incontri tra evangelizzatori di diverse vocazioni, tanto più necessari nella loro diversità e complementarità quanto più grande è la diversità e la grandezza della realtà digitale che serviranno. È necessaria anche una sinergia tra il ministero ordinato e quello laico. La testimonianza edificante delle diverse vocazioni presenti nel digitale, risveglia la sete di cercare il senso della vita, di scoprire la propria vocazione personale avviando un processo di discernimento.
(4/continua)