Si avvia l’iter per l’applicazione del Digital Markets Act (DMA), il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali che mira a combattere le pratiche sleali e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech. Il DMA entra in vigore a meno di due anni dalla prima bozza, presentata nel dicembre 2020: un processo particolarmente spedito per il regolamento nato per contrastare gli abusi di posizione dominante prima che si verifichi la violazione.
Infatti il Digital Markets Act è uno strumento normativo ex ante: regola e definisce condotte e obblighi per le imprese prima che avvenga l’abuso, contrariamente a quanto avviene secondo la normativa antitrust, che agisce invece ex post: ovvero, sanziona dopo che la violazione anticoncorrenziale è stata già messa in atto. In questo modo, l’applicazione delle normative anticoncorrenziali risulta più immediata, con tempistiche più consone allo sviluppo del mercato digitale.
In caso di violazioni sono previste multe fino al 10% del fatturato dell’azienda e al 20% in caso di recidiva, per violazione sistematica delle norme sono previste sanzioni straordinarie, tra cui anche l’obbligo di cedere parte del capitale o delle proprietà aziendali. Si tratta di una riforma in cui la UE mira a essere all’avanguardia mondiale, di grande attualità: il DMA prevede obblighi e divieti per le grandi piattaforme online, considerate nel nuovo assetto “gatekeeper” – guardiani – ovvero quelle aziende che hanno, grazie al sistema digitale, il potere di far filtrare o meno un’informazione e, di conseguenza, il controllo di un determinato settore di mercato. Per questi business saranno previsti chiari obblighi e divieti. Si tratta di social network, motori di ricerca, servizi di messaggistica, piattaforme di vendita online, ma anche i sistemi operativi quando abbiano dimensioni importanti per fatturato o presenza nella UE.
La storica riforma del DMA si affianca al provvedimento gemello del Digital Service Act (DSA), normative atte, in sostanza, a rafforzare i controlli, affermando il principio secondo cui ciò che è illegale offline deve essere considerato illegale anche online.
Jasmine MILONE