La sfera dei sentimenti, come quella dei pensieri, rientra in quella categoria di informazioni personali ed impenetrabili. Attraverso l’«affective computing», che si avvale in gran parte di meccanismi di deep learning, il territorio delle nostre emozioni diventa invece terra di conquista delle tecnologie digitali. L’Intelligenza Artificiale riesce a varcare la soglia delle emozioni rendendole intelligibili e comprendendo anche la sfera intima individuale.
Riconoscere lo stato d’animo delle persone è essenziale per permettere a macchine, robot e sistemi di intelligenza artificiale di interagire in maniera ottimale con la componente umana. Gli utilizzi possibili di questa applicazione sono molteplici, dall’analisi del livello di stress del guidatore delle auto a guida autonoma o semiautonoma, ad una migliore interazione con gli oggetti nella domotica.
Alcune imprese hanno già implementato questa tecnologia utilizzandola come supporto agli addetti vendite nei meeting online. Durante questi incontri di fatto risulta complesso determinare se il cliente è realmente interessato e l’AI diventa un alleato, indicando al venditore eventuali cali dell’attenzione. Come il sistema sviluppato da Uniphore che incorpora vari elementi di elaborazione come la computer vision, il riconoscimento vocale, l’analisi del linguaggio e appunto l’affective computing per cogliere i segnali comportamentali associati al tono della voce, ai movimenti oculari e facciali e al linguaggio non verbale.
Attraverso questa raccolta ed analisi dati il sistema è in grado di valutare lo stato emotivo dell’interlocutore e dare consigli sulla modalità di interazione più efficiente in un dato momento. Questa tecnologia si sta dimostrando utile all’azienda, che però è sincera rispetto ai limiti di questi sistemi che individuano gli stessi segnali che utilizzano le persone per dedurre ciò che gli altri pensano o provano. Il vice presidente di Uniphore ricorda infatti che l’analisi delle microespressioni può essere determinante ma dopotutto «si può anche sorridere e annuire in modo spontaneo e apparentemente interessato ma di fatto pensare alle prossime vacanze».