L’intervento analizza la diffusione delle applicazioni per dispositivi mobili create per la preghiera personale e comunitaria. In particolare ci si domanda se possono essere strumento di preghiera e potenziale veicolo di appartenenza ecclesiale laddove correttamente utilizzate e, soprattutto, correttamente disegnate e diffuse.
“Non hai fede nella preghiera?” chiese Wade Frazer, con aria dispettosa.
Belsnor rispose: “Non ho fede nella preghiera che non sia sorretta dall’elettricità. Anche Spectwosky lo ha ammesso: perché una preghiera abbia effetto, deve essere trasmessa elettronicamente tramite il collegamento radio ai mondi divini, in modo che possa raggiungere tutte le manifestazioni”
(Philip K. Dick, Labirinto di morte)
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