Quando l’Intelligenza Artificiale diventa risorsa anche per l’ambiente

L’ausilio delle nuove tecnologie non deve essere veicolato solo verso politiche di business e strategie di mercato. Strumenti come l’Intelligenza Artificiale possono rappresentare una “svolta”, anche nel campo del risparmio energetico, nel risolvere problemi quali quello del riscaldamento globale, al punto che Larry Fink, presidente e CEO di BlackRock, la più grande società di investimento al mondo, ha messo le aziende a conoscenza del fatto che gli investitori, oggi, si aspettano una piena divulgazione delle prestazioni delle imprese, su una serie di fattori ambientali, sociali e di governance.

È pur vero che calcolare e misurare le prestazioni di cui sopra, soprattutto in piena crisi pandemica, non è cosa agevole, tanto da aver costretto parecchie realtà imprenditoriali, magari avviate già su questo percorso, a dover ritardare tutte le operazioni a salvaguardia del nostro ecosistema globale!

Nella lettera del CEO agli imprenditori, però, si legge anche, che la capacità dell’Intelligenza Artificiale di fornire informazioni approfondite, su molteplici aspetti dell’impronta di carbonio di un’azienda, riducendone rapidamente i costi, offre un percorso promettente per accelerare l’auspicata trasformazione sostenibile.

Se soltanto pensiamo che, ad oggi, le emissioni di gas serra (greenhouse gas (GHG) emissions) ammontano a 53 gigatoni di biossido di carbonio equivalente (CO2e), grazie all’utilizzo dell’IA, già si potrebbe ottenere dal 5% al 10% della riduzione necessaria, tra 2,6 e 5,3 gigatoni di CO2e, rappresentando, oltretutto, un risparmio aggiuntivo che potrebbe andare da 208 miliardi a 424 miliardi di dollari, per tutte le aziende a livello globale.

La strategia si comporrebbe di tre direzioni principali:

  1. Monitoraggio delle emissioni. L’immagazzinamento e la forte capacità di elaborazione di milioni di dati aiuterebbe a monitorare il reale consumo di emissioni e la loro impronta di carbonio, servendosi di “fonti” satellitari.
  2. Previsione delle emissioni.
  3. Riduzione delle emissioni attraverso un’ottimizzazione atta a migliorare l’efficienza nella produzione, nei trasporti e altrove.

Nella lunga lettera, che Fink ha scritto, rivolgendosi a imprese attive sul territorio, si legge: «Credo che la pandemia abbia presentato una crisi esistenziale così forte – un ricordo così duro della nostra fragilità – che ci ha spinto ad affrontare la minaccia globale del cambiamento climatico con maggiore forza, e a considerare come la pandemia cambierà le nostre vite. Ci ha ricordato come le crisi più grandi, mediche o ambientali, richiedono una risposta globale e ambiziosa

E ancora «Da gennaio a novembre 2020, gli investitori hanno impiegato 288 miliardi di dollari a livello globale in attività sostenibili, un aumento del 96% rispetto all’intero 2019. Credo che questo sia l’inizio di una transizione lunga ma in rapida accelerazione, che si svolgerà per molti anni e rimodellare i prezzi degli asset di ogni tipo

«Nel 2020, l’UE, la Cina, il Giappone e la Corea del Sud hanno assunto impegni storici per raggiungere le emissioni nette pari a zero. Con l’impegno degli Stati Uniti della scorsa settimana a rientrare nell’accordo di Parigi, 127 governi – responsabili di oltre il 60% delle emissioni globali – stanno considerando o stanno già attuando impegni per lo zero netto. Lo slancio continua a crescere e nel 2021 accelererà, con drammatiche implicazioni per l’economia globale.»

È importante riconoscere che lo zero netto richiede una trasformazione dell’intera economia. Gli scienziati concordano sul fatto che, per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi, di contenere il riscaldamento globale a “ben al di sotto di 2 gradi sopra le medie preindustriali” entro il 2100, le emissioni prodotte dall’uomo devono diminuire dell’8-10% all’anno, tra il 2020 e il 2050 e raggiungere ” zero netto “entro la metà del secolo. L’economia oggi rimane fortemente dipendente dai combustibili fossili!

Sarà necessario pertanto che le aziende applichino una costante trasparenza, al fine di rendere edotti clienti e consumatori sui piani di risparmio energetico messi in atto. «I governi di tutto il mondo, sotto la forte pressione fiscale della pandemia, devono anche intraprendere enormi progetti di infrastrutture climatiche, sia per proteggersi dai rischi fisici che per fornire energia pulita.»

 

Raffaella AGHEMO, avvocato

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