Le chiese protestanti americane imboccano la via del digitale per il “reclutamento” dei fedeli. È così che diventa popolare Gloo, un’azienda che analizza i dati e li consegna alle varie parrocchie mettendo in evidenza chi, in base alle informazioni raccolte, appare più sensibile a determinati messaggi lanciati online.
“A volte la vita non ha senso, siamo qui per pregare per te” è uno dei tanti annunci lanciati su Facebook da una chiesa avventista del settimo giorno, con cui cerca di raggiungere quanti più utenti possibili. Il servizio non è gratuito, ovviamente, e i costi non si identificano solo in termini economici, sebbene i prezzi degli abbonamenti siano piuttosto elevati. Il costo di iscrizione annuale a Gloo ammonta circa a 1.500 dollari e a questo si aggiungono i soliti dubbi riguardanti il trattamento dei dati e la violazione della privacy degli utenti, da mettere sempre conto quando si tratta di servizi basati sull’analisi dei Big Data. Infatti, dalle informazioni riportate, l’azienda sarebbe in possesso dei dati appartenenti a circa 245 milioni di americani (su una popolazione complessiva di circa 330 milioni di abitanti). Di questi conosce tutto, come ad esempio quale utilizzo fanno della carta di credito, quali viaggi hanno pianificato, in che modo si preoccupano della propria salute e via dicendo e come vengano raccolti questi dati non è ancora del tutto chiaro.
Il mistero che si cela dietro la raccolta dati non è certo una novità, le leggi sulla regolamentazione sono ancora in fase di stesura e bisognerà attendere ancora prima di vedere un progetto più chiaro. Quel che invece è interessante è il modo con cui le chiese in questione tentino di allargare la propria rete. È emerso che le inserzioni generiche volte a raccogliere e includere più persone non fanno più lo stesso effetto, l’evoluzione dei tempi richiede nuovi modi di operare e di porsi in relazione. “Il successo della religione dipende dalla capacità di personalizzare le esperienze e dare alle persone soluzioni concrete”, per citare il motto di Gloo.
Jasmine Milone