Project 2030: la webserie sul futuro della cybersecurity

Sono molte le saghe e le serie TV in circolazione che ci mostrano quel mondo distopico guidato da una società preda delle nuove tecnologie, ma Project 2030 vuole dare agli spettatori una visione più realistica di un futuro ormai prossimo e delle minacce emergenti.

Trend Micro, che ha realizzato la web serie, è una società specializzata in sicurezza informatica e si è impegnata per cercare di romanzare le proprie previsioni e mostrare al grande pubblico “come la connettività, i dati e l’intelligenza artificiale cambieranno [entro il prossimo decennio] il mondo in cui viviamo, lavoriamo e operiamo nella società”.

Come cambierà il crimine informatico quando saremo davvero tutti connessi, quando tutte le città, le case e finanche le persone saranno smart? Cosa potrebbe succedere nel 2030?

Questo il contenuto della mini serie suddivisa in nove brevissimi episodi che raccontano una storia intensa e avvincente, che ci ricorda quanto la ricerca della verità rimanga un argomento centrale, parte della nostra essenza umana, specialmente quando questa diventa sfocata e ci sfugge tra la miriade di (fake)news che permeano il nostro quotidiano.

In uno scenario in cui governi, istituzioni, aziende e singoli cittadini non sono in grado di difendersi adeguatamente, gli strumenti di intelligenza artificiale permettono anche agli individui senza particolari competenze di compiere attacchi informatici su larga scala. Non è tutto: è più semplice veicolare disinformazione, rubare dati o identità, far circolare il denaro sporco. La cybersecurity non ha tempo per essere reazionaria, questo il messaggio: i ricercatori devono valutare i futuri trend per stare un passo avanti ai malintenzionati.

Project 2030, spiegano da Trend Micro, “è stato costruito sulla base di ricerche open source, sullo studio di rapporti sul panorama delle minacce a firma di aziende e sul monitoraggio di brevetti” e vuole essere un modo coinvolgente per avere uno sguardo sul futuro e consentire alle aziende e alle organizzazioni di pensare a come dovranno adattarsi alla nuova realtà.

Jasmine MILONE

 

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