Prevenzione della demenza? C’è il My-Active and Healthy Aging

In Italia vi sono oltre un milione di pazienti con demenza, malattia neurodegenerativa preceduta una lunga fase preclinica. Per questo negli ultimi anni è aumentata significativamente la ricerca focalizzata su questa prima fase della malattia, con la speranza di poterne limitare l´avanzamento o addirittura arrestarlo.


Nell´era del digitale sono molte le potenzialità di azione delle nuove tecnologie nell´ambito della prevenzione, ed è proprio questo il tema principale del progetto di ricerca My-Active and Healthy Aging (My-AHA), coordinato dal professor Alessandro Vercelli, del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini e direttore del NICO – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi dell’Università di Torino.

Lo studio è durato quattro anni ed è stato condotto in sinergia con 15 centri di ricerca e aziende ICT. Il progetto ha portato allo sviluppo di una piattaforma digitale per il monitoraggio dello stato di salute. L’applicazione si è dimostrata in grado di rilevare il rischio di fragilità cognitiva e, simultaneamente, indicare alcune attività utili all’invecchiamento attivo e alla prevenzione. Lo studio di validazione ha coinvolto 200 persone over 65 in condizioni di pre-fragilità fisica, cognitiva o psicosociale.

I partecipanti allo studio sono stati costantemente monitorati attraverso la piattaforma e sono state organizzate visite regolari ai soggetti per valutarne lo stato di salute fisico e cognitivo, nonché il regime alimentare ed il sonno. I soggetti selezionati per l’utilizzo dell’app per la stimolazione fisico-cognitiva, hanno dimostrato che l’utilizzo di questa tecnologia ha permesso il mantenimento di una buona qualità di vita, fattore non garantito dai normali standard assistenziali. Inoltre, è stato evidenziato un notevole miglioramento del tono dell’umore e del comportamento alimentare, due criteri importanti per la prevenzione delle patologie correlate all’età.

Lo studio sembra quindi dimostrare che la tecnologia dell´informazione e della comunicazione (ICT) può essere di grande aiuto anche nell’assistenza dell’anziano.

Jasmine MILONE

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