Alcuni interrogativi su quali effetti lasceranno su adulti e bambini tutti i “confinamenti” imposti dalla lotta alla pandemia. Essi infatti riducono ed eliminano gran parte delle attività produttive e ricreative esistenti per far posto a nuovi mercati, basati prevalentemente sulle ultime tecnologie e sull’industria farmaceutica.
Il nuovo stile di vita, con lo smart working nel lavoro, nella scuola, nel turismo, nei loisirs e addirittura nelle pratiche spirituali e religiose si trasforma in uno stile di vita consolidato? Tutto ciò che era “dal vivo” verrebbe sostituito dal virtuale. Tutto diventerebbe digitale. Nel futuro, i confinamenti imposti oggi per ragioni di precauzione potrebbero essere imposti per altre ragioni, non escluse quelle delle scelte di individui ormai asserviti. Per tale ragione oggi l’azione combinata delle tecnologie informatiche e di quelle biologiche aprono scenari inediti.
La prospettiva dell’azione dell’intelligenza artificiale e delle sue nuove creature robotiche sempre più performanti potrà sostituire la presenza umana anche nelle attività un tempo impensabili, quali quelle della medicina, dell’informazione, dei servizi alla persona, della cura? Le forme di confinamento, oggi imposte per salvaguardare la vita, trasformeranno non solo l’economia e i lavori futuri, ma anche la natura stessa dell’essere umano libero e sociale?
Con l’ingiunzione di salvaguardare la vita (ma una vita nuda, esangue, terrorizzata da sé stessa e rintanata nella sua casa, trasformata in colonia penale) prefigurerà una vita futura che, purché le si garantisca un minimo di sopravvivenza, è pronta a cedere su tutto il resto: libertà, camminare all’aria aperta, incontrare parenti e amici, eventi collettivi, rispetto per i morti, preghiera collettiva e altre azioni libere comuni. Una vita in cui si accetta, con entusiasmo o rassegnazione, il passaggio dallo “stato della provvidenza” allo “stato di sorveglianza”. Una vita in cui si acconsente a tutte le sottrazioni imposte e nella quale la salute si sostituisce alla libertà e ai diritti individuali.
Luigi BERZANO