La didattica a distanza (DAD) che tutti gli studenti italiani hanno sperimentato da un anno a questa parte, pone degli interrogativi piuttosto importanti in merito alla tutela della privacy.
Gli studenti (che sono per la maggior parte minori) e i professori condividono informazioni personali, scambio di conoscenze e valutazioni su piattaforme online utilizzate per la didattica, che devono (o dovrebbero) rispettare delle regole per la sicurezza degli utenti che usufruiscono del servizio. C’è quindi una disciplina normativa chiara che possa tutelare adeguatamente questi soggetti?
Il Ministero dell’Istruzione in un comunicato ufficiale diffuso a marzo 2020 ha messo in chiaro che gli organi scolastici e i dirigenti devono informare del trattamento dei dati ai sensi del regolamento UE 679/2016 sulla tutela dei dati personali, che è la fonte normativa più importante a livello comunitario in ambito di privacy. Questi devono: «garantire che i dati personali siano trattati in modo lecito, corretto e trasparente, che siano raccolti per finalità determinate, esplicite e legittime, che siano trattati in modo non incompatibile con tali finalità, evitando qualsiasi forma di profilazione.»
Di primaria importanza è che al momento della stipula dei contratti telematici per mezzo dei quali si accettano i termini dei servizi «a distanza» si faccia molta attenzione a tutelare soprattutto i soggetti più deboli: gli studenti minorenni e gli studenti disabili o che presentano disturbi specifici dell’apprendimento. Le informazioni personali che questi utenti sensibili forniscono, a detta di alcuni esperti, potrebbero essere raccolte con modalità o finalità che non sono sempre ben esplicitate dai fornitori dei contenuti multimediali. Occorre quindi una massima vigilanza da parte dei genitori, ma soprattutto dei dirigenti scolastici, che dovranno garantire, per quanto possibile, una tutela informatica. Per fare questo presidi e docenti si stanno formando autonomamente e stanno seguendo corsi di preparazione specifica per garantire al meglio la tutela dei ragazzi.
Federico CORTESE