Una video simulazione potrebbe migliorare la nostra salute mentale? Daniel Freeman, professore di psicologia clinica all’università di Oxford, sta conducendo uno studio secondo cui è possibile che la realtà virtuale migliori i disturbi legati ad ansia, depressione, paranoia e schizofrenia.
Un numero sempre crescente di persone nel mondo è costretto a convivere con forte stress e con il protrarsi della pandemia la situazione sta peggiorando. L’uso della realtà virtuale potrebbe essere una soluzione per affrontare questa crisi, ma le tecniche finora implementate non rispondono alla necessità sempre crescente a cui stiamo assistendo, per questo risulta fondamentale il continuo studio delle potenzialità della realtà virtuale impiegata nel miglioramento della salute mentale. La realtà virtuale è ancora poco usata nella terapia, ma il suo impiego sembra prefiggere ottimi risultati: secondo uno studio del 2019 più di 7 milioni di persone negli USA soffrono di disturbo da stress post-traumatico ed il trattamento con esposizione alla realtà virtuale sta dando risultati migliori di medicinali e tecniche tradizionali.
L’esposizione consiste nell’immergere il paziente in un ambiente in cui si ricrea, con l’utilizzo di immagini e suoni, l’incidente traumatico, compito difficile per uno psicologo se fatto durate una classica seduta di terapia, ma che diventa estremamente semplice tramite l’utilizzo di visori di VR. La ricerca in atto sembra confermare che l’utilizzo di questa tecnologia permette ai veterani di guerra di incorrere meno frequentemente in attacchi di panico e di dormire meglio senza il supporto di medicinali. L’uso della realtà virtuale sembra abbia portato beneficio anche a persone con diagnosi di autismo e schizofrenia, infatti risulta possibile l’applicazione metodi di gestione dell’ansia in ambienti virtuali protetti che garantiscono una transizione più delicata alla situazione reale.
È possibile che l’avanzamento di queste tecnologie renda le cure economiche e accessibili e porti ad una maggiore attenzione alla salute mentale?
Lucrezia BARISELLI