BLOCKCHAIN la “catena” che aiuta i contabili

La blockchain è una delle tecnologie più innovative degli ultimi anni e la sua applicazione è possibile in una vasta gamma di settori correlati. Se indossiamo le lenti del ragioniere, possiamo pensare al fenomeno Blockchain come opportunità e prospettiva innovativa per le aziende pubbliche e private, sempre alle prese con la rendicontazione e contabilità.

L’evoluzione della contabilità è passata attraverso diverse epoche e a ogni evoluzione è seguita una fase di adattamento contabile. Si pensi all’epoca a cui risale la nascita della partita doppia, il 1400, stimolata dalle esigenze di prender nota degli affari dei marcanti, alla fase della contabilità a ricalco di scrittura contabile in cui si ottengono, a mano o a macchina, due o più registrazioni su fogli diversi con l’uso di carta copiativa. I sistemi informatici, nel secolo scorso, hanno portato a modalità di rilevazioni integrati ed anche la blockchain (BK) è destinata a impattare su questi sistemi.

Il punto di partenza è che questa tecnologia, come tutto nel nostro mondo, si basa sulla fiducia che si ha nelle persone, nelle istituzioni, nelle aziende. Ogni azione si basa su un risultato aspettato derivante dalla fiducia nell’esperienza, in quello che ho studiato. Il livello di fiducia scende quando c’è incertezza, rischio. Il progresso tecnologico, e non solo, mette in crisi i paradigmi di fiducia ed ecco che la blockchain interviene, cercando di ripristinare la fiducia elevandola al massimo della tecnologia.

Un sistema di blockchain su cui registrare le transazioni economiche e finanziarie può portare a profonde modifiche nel modo di operare dei manager contabili e finanziari. Effettuare registrazioni su blockchain porterebbe, in teoria, all’eliminazione del rischio di “gestione degli utili” nei report finanziari, dato che tutti gli eventi finanziari sarebbero registrati sulla blockchain al loro avvenire. La blockchain consentirebbe l’adozione di comuni principi guida standard, la riduzione di costi totali di reporting e la descrizione della rilevanza delle problematiche con una certa affidabilità e soprattutto comparabilità delle informazioni. La tecnologia blockchain in contabilità, infatti, favorisce una visione sugli obiettivi strategici dell’organizzazione, la sua capacità di generare e mantenere il valore nel breve, medio e lungo termine e i capitali e le relazioni dalle quali dipende. Le informazioni orientate al futuro sono, per loro natura, più incerte e quindi meno precise delle informazioni storiche.

L’incertezza non è tuttavia una ragione sufficiente per escludere la comunicazione di tali informazioni a partire dai dati di fiducia a consuntivo. Inoltre, la tecnologia blockchain consente ed enfatizza le connessioni tra le differenti componenti del modello di business, i fattori esterni che hanno un impatto sull’organizzazione, nonché, i capitali e le relazioni dalle quali dipende.

Per di più, la tecnologia blockchain assicura una descrizione delle relazioni di una organizzazione con i suoi principali portatori di interesse: attraverso la tecnologia blockchain si possono distinguere le informazioni rilevanti contabilmente nella dimensione di mercato. Non solo, la blockchain estrapola le informazioni sintetiche e mirate che consentono di valutare la capacità di una organizzazione di creare e mantenere il valore nel breve, medio e lungo termine. Tutto è reperibile, completo e affidabile e si basa sulla fiducia. Tutte le informazioni sono reperibili e certificate. Insomma, la tecnologia blockchain fa immaginare a una reportistica fatta di meno carta, ma di più sostanza.

Tutto questo in un mondo ideale. Tuttavia, numerose sono le minacce: la prima è la distorsione tecnologica, che è affrontabile solo da una maggiore integrazione delle conoscenze contabili nella programmazione e nell’uso delle tecnologie blockchain. Alla riduzione della burocrazia, l’accountant potrà rispondere con la sua capacità di analisi e di visione. Si tratta di una capacità imprescindibile che nessuna tecnologia potrà eguagliare.

Silvana SECINARO, Università degli Studi di Torino

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